Glossario

CPA

CPA, acronimo di Costo per Acquisizione, è la metrica che racconta quanto ti costa, in media, trasformare un visitatore in cliente o spingerlo a compiere un’azione precisa come iscriversi a una newsletter o scaricare un contenuto. È un numero che mette in chiaro se i tuoi investimenti pubblicitari stanno davvero portando valore o se stai spendendo più di quanto raccogli.

Perché conta davvero

Nel digitale tutto è tracciabile, ma non tutto è utile. Il CPA si concentra sul risultato finale, non sul rumore di fondo. Puoi avere mille clic su un annuncio, ma se nessuno compra, il costo per acquisizione schizza alle stelle. Un CPA basso, al contrario, significa che stai pagando poco per ogni cliente ottenuto: una manna per qualsiasi business online. È un indicatore che parla direttamente al portafogli e che permette di capire se una campagna pubblicitaria è sostenibile nel tempo.

Dentro un progetto web

Quando una web agency lavora a un progetto, il CPA diventa uno spartiacque per valutare le scelte strategiche. Una landing page ben progettata, con testi chiari e una call to action incisiva, può abbassare il CPA perché aumenta la percentuale di conversione. Lo stesso vale per campagne social o su Google Ads: non basta portare traffico, bisogna portare quello giusto. In questo senso, il CPA è il termometro che permette di misurare l’efficacia di ogni fase del funnel digitale.

Come si può migliorare

Una web agency può intervenire su vari fronti per ottimizzare il CPA. Migliorare la qualità degli annunci, lavorare sul copy che cattura l’attenzione, segmentare meglio il pubblico per evitare di sprecare budget su utenti non interessati. Anche l’esperienza utente conta: se il sito è lento o poco chiaro, le persone abbandonano e il costo per acquisizione sale. In pratica, abbassare il CPA significa mettere a punto ogni ingranaggio del sistema, dal primo clic fino al pagamento concluso.

Gli errori da evitare

Uno sbaglio frequente è guardare solo al volume di traffico o al costo per clic, ignorando il CPA. È come esultare per lo stadio pieno senza accorgersi che nessuno compra il biglietto della lotteria che stai vendendo. Altro errore è confrontare il CPA con metriche sbagliate: se il margine netto del prodotto è inferiore al CPA, ogni acquisizione ti fa perdere soldi invece di farne guadagnare.

Un esempio pratico

Pensa a un e‑commerce di scarpe che investe 1.000 euro in pubblicità. Se da quella campagna arrivano 50 ordini, il CPA è di 20 euro. Se ogni ordine porta un margine di 40 euro, l’investimento funziona e può essere scalato. Se invece il margine è di 15 euro, stai spendendo più di quanto incassi: il CPA ti sta dicendo che è il momento di rivedere la strategia.