Cos’è il canonical tag
Il canonical tag è un piccolo frammento di codice HTML che dice ai motori di ricerca qual è la versione principale di una pagina quando esistono più varianti con contenuti simili o identici. In pratica serve a evitare che Google o Bing si trovino davanti a due gemelli e non sappiano quale indicizzare. Con un tag canonical ben piazzato si indica chiaramente quale URL deve essere considerato l’originale, riducendo il rischio di contenuti duplicati.
Perché conta nel digitale
Ogni volta che un sito genera versioni differenti della stessa pagina, magari per parametri di tracciamento, filtri o prodotti ordinati in modi diversi, i motori di ricerca rischiano di disperdere l’autorità. Senza un canonical, l’algoritmo può dividere l’attenzione e le performance SEO ne risentono. Con un’impostazione corretta invece si concentra il valore su un’unica pagina, migliorando la sua visibilità. È un po’ come dire: “Questa è la pagina ufficiale, dimenticatevi le copie”.
Applicazione in un progetto web
In un sito ben progettato il canonical tag viene inserito nell’head di ogni pagina. Un’agenzia web come The Rope lo integra già nella struttura tecnica, così che ogni contenuto abbia la sua versione di riferimento. Pensiamo a un e-commerce: lo stesso prodotto può comparire con diversi parametri nell’URL, ma il canonical punta sempre alla scheda principale. Questo aiuta sia i motori di ricerca a capire cosa conti davvero, sia gli utenti a trovare più facilmente la pagina giusta.
Come una web agency può massimizzarne l’uso
Un’agenzia esperta non si limita a impostare il canonical una volta per tutte. Lo controlla durante gli aggiornamenti del sito, lo verifica quando si creano nuove sezioni e lo coordina con la strategia di link interni. È un lavoro di manutenzione costante che permette di evitare dispersioni di traffico e di consolidare l’autorevolezza delle pagine più importanti. In altre parole, il canonical diventa uno strumento di regia, che indirizza l’attenzione dei motori là dove serve.
Gli errori più comuni
Uno sbaglio frequente è impostare il canonical verso l’URL sbagliato, magari una pagina che non esiste più o che non rappresenta la versione principale. Un altro errore è duplicare il tag, creando confusione invece che ordine. Anche dimenticarsene del tutto è un rischio, soprattutto per siti con cataloghi vasti o blog con archivi complessi. In questi casi i motori di ricerca finiscono per scegliere da soli la versione da indicizzare, con risultati imprevedibili.
Esempio pratico
Immaginiamo un sito che mostra la stessa camicia con due URL: /camicia-blu?ref=facebook e /camicia-blu?ref=newsletter. Senza canonical, Google potrebbe trattarle come pagine diverse. Con il tag inserito così: <link rel="canonical" href="https://www.sito.it/camicia-blu">
, si chiarisce qual è la versione ufficiale. Tutto il valore SEO si concentra lì, senza dispersioni.