CPC, acronimo di Cost Per Click, è il prezzo che un inserzionista paga ogni volta che un utente clicca su un annuncio online. Non conta quante persone vedono la pubblicità, ma quanto costa quel singolo gesto che porta un potenziale cliente a visitare il sito o la landing page pensata per lui.
Perché è importante
Il CPC è come il carburante di una campagna digitale: se costa troppo, il serbatoio del budget si svuota in un attimo; se costa pochissimo, spesso significa che la qualità dei click non è quella giusta. Misurarlo serve a capire non solo quanto spendiamo, ma se stiamo investendo in traffico che può davvero generare vendite, contatti o iscrizioni.
Come si applica in un progetto web
In un progetto digitale ben costruito, il CPC non è un numero da guardare isolato. Conta quanto porta a valle: il click deve avere senso se conduce a una pagina veloce, chiara e pensata per convertire. Ecco perché una web agency non si limita a impostare campagne, ma lavora in parallelo su creatività, copy e user experience. Un annuncio con un CPC competitivo che spinge verso una landing poco curata è come portare clienti in un negozio con le luci spente.
Come una web agency può massimizzare il CPC
Ottimizzare il CPC significa agire su più fronti. Da un lato c’è la parte tecnica: segmentare correttamente il pubblico, scegliere keyword e posizionamenti coerenti, testare varianti di annunci. Dall’altro c’è la parte strategica: capire quali click hanno più valore per il business, anche se costano un po’ di più. Non sempre vincere è pagare il meno possibile, ma pagare il giusto per il risultato migliore.
Errori comuni da evitare
Uno degli sbagli più frequenti è inseguire il CPC più basso senza chiedersi cosa c’è dietro. Un costo ridotto può sembrare un affare, ma se i click arrivano da utenti non interessati, il budget finisce sprecato. Al contrario, fissarsi solo sul traffico di qualità senza controllare i costi può far lievitare le spese oltre misura. L’equilibrio sta nel trovare il punto dove costo e valore del click si incontrano.
Un esempio pratico
Pensa a un e‑commerce che vende scarpe da running. Se paga 0,20 € a click per utenti che poi non comprano nulla, il CPC è basso ma inutile. Se invece spende 0,80 € per un pubblico mirato che acquista con frequenza, l’investimento diventa sostenibile. In questo caso il CPC più alto è in realtà più conveniente, perché porta clienti reali e non solo visitatori di passaggio.