Glossario

Heatmap

Una heatmap è una rappresentazione visiva di come gli utenti interagiscono con una pagina web. I colori non sono scelti a caso: le zone più calde, di solito rosse o arancioni, indicano le aree più cliccate o più guardate, mentre quelle fredde, blu o verdi, segnalano parti ignorate. È come avere una mappa termica delle attenzioni, che traduce numeri e percentuali in un colpo d’occhio immediato.

Perché conta davvero

Nel digitale il tempo è poco e l’attenzione scivola veloce. Una heatmap serve a capire se un pulsante di acquisto viene notato, se un testo risulta leggibile o se un’immagine distrae. Non si tratta di curiosità estetica: ogni informazione raccolta può incidere direttamente sul tasso di conversione. Sapere che un form resta ignorato perché troppo in basso nella pagina significa poterlo spostare e ottenere più compilazioni.

Come usarla in un progetto web

All’interno di un progetto, una web agency come The Rope può integrare le heatmap già nelle prime fasi di test. Dopo aver messo online una versione preliminare del sito, si osservano i comportamenti e si capisce se il percorso immaginato coincide con quello reale. È un po’ come aprire le porte di un negozio e vedere dove si fermano i clienti: davanti alla vetrina, al banco centrale o direttamente alla cassa.

Massimizzare l’uso delle heatmap

L’agenzia può sfruttare le mappe di calore per ottimizzare layout, testi e call to action. Un esempio concreto: se ci si accorge che gli utenti cliccano un elemento che non è cliccabile, conviene trasformarlo in link o rivedere la gerarchia visiva. Oppure, se un banner importante rimane in una zona fredda, si può ripensare la struttura affinché emerga di più. L’obiettivo è accompagnare lo sguardo senza costringerlo, rendendo il viaggio naturale e fluido.

Errori da evitare

Un errore comune è leggere la heatmap come fosse una sentenza definitiva. In realtà mostra solo un pezzo della storia: il comportamento varia a seconda del dispositivo, del pubblico e del contesto. Altro scivolone frequente è concentrarsi sulle aree calde dimenticando quelle fredde, che a volte rivelano contenuti messi nel posto sbagliato o poco chiari. Senza un’analisi ragionata, la mappa diventa un disegno colorato privo di reale utilità.

Esempio pratico

Immaginiamo la landing page di un evento. La call to action principale “Iscriviti ora” è collocata sotto una lunga descrizione. Analizzando la heatmap si nota che la maggior parte degli utenti abbandona la pagina prima di scorrere fino al bottone. Basta spostarlo più in alto, in una zona calda, e le iscrizioni aumentano visibilmente. Un piccolo dettaglio che, senza la mappa, resterebbe nascosto.