Glossario

Interaction to Next Paint (INP)

L’Interaction to Next Paint, abbreviato in INP, è una metrica introdotta da Google per misurare la reattività di una pagina web. In parole semplici, calcola quanto tempo passa tra l’azione compiuta da un utente, come un click o la pressione di un tasto, e il momento in cui la pagina mostra visivamente una risposta. Non si tratta quindi di un dato astratto: è il tempo che un visitatore percepisce come attesa prima che il sito reagisca ai suoi comandi.

Perché è importante

Un sito che risponde lentamente genera frustrazione. Quando clicchi su un pulsante e non succede nulla per un paio di secondi, la sensazione è quella di parlare al muro. Google ha deciso di dare peso a questa esperienza, includendo l’INP tra i segnali che influenzano la qualità percepita della pagina. Non è solo un dettaglio tecnico: un INP alto può far perdere utenti e quindi opportunità di conversione.

Applicazione pratica in un progetto web

Quando si lavora alla realizzazione di un sito, l’INP diventa una bussola per capire se l’interfaccia è davvero pronta a sostenere l’attenzione delle persone. Una web agency come The Rope, ad esempio, non si limita a curare il design visivo, ma testa come i vari elementi reagiscono alle interazioni. Un form di contatto che appare subito dopo il click o un menu a scomparsa che si apre senza esitazioni sono segnali di un INP ben ottimizzato.

Come si ottimizza

Per migliorare l’INP bisogna alleggerire il lavoro del browser. Ridurre script superflui, caricare solo ciò che serve davvero e distribuire meglio le operazioni in background permette alla pagina di restare reattiva. Nei progetti complessi, una web agency può intervenire con tecniche di lazy loading o spezzando le funzioni più pesanti in parti più piccole, così che la risposta visiva arrivi subito anche se il resto del processo continua dietro le quinte.

Errori comuni

Uno sbaglio diffuso è concentrarsi solo sul tempo di caricamento iniziale, dimenticando cosa accade dopo. Può capitare che una pagina sembri veloce al primo sguardo, ma appena l’utente interagisce rimanga bloccata. Un altro errore è riempire la pagina di animazioni pesanti che, pur essendo belle, rallentano la risposta e peggiorano l’INP.

Esempio concreto

Immagina un sito e-commerce. Entri nella scheda di un prodotto, clicchi sul pulsante “Aggiungi al carrello” e aspetti. Se il carrello si aggiorna istantaneamente, l’INP è basso e l’esperienza scorre liscia. Se invece resta tutto fermo e dopo un paio di secondi appare il messaggio di conferma, l’INP è alto e la sensazione è quella di un sito macchinoso. In questo caso ottimizzare l’INP significa far comparire subito un feedback visivo, anche semplice come un’icona che cambia colore o un piccolo badge numerico che si aggiorna.