Un Redirect 301 è la segnaletica stradale del web: indica ai motori di ricerca e agli utenti che una pagina è stata spostata in modo permanente verso un nuovo indirizzo. Non è un semplice trucco tecnico, ma un passaggio fondamentale per mantenere intatta la reputazione online di un sito e non disperdere traffico o posizionamento.
Perché conta davvero
Quando Google trova un Redirect 301, sa che quel contenuto non tornerà più al vecchio URL. Così trasferisce gran parte dell’autorità accumulata alla nuova pagina. Senza questo ponte, si rischia di perdere ranking e di far atterrare gli utenti su un fastidioso errore 404. In un progetto digitale, ogni collegamento perso equivale a un potenziale cliente che si allontana. Ecco perché il 301 è uno strumento preziosissimo per chiunque gestisca un sito con ambizioni di visibilità.
Come si applica in concreto
Immagina di avere un e‑commerce in cui un prodotto esce di catalogo e viene sostituito da un modello nuovo. Invece di lasciare la pagina vecchia a morire, la si reindirizza in modo permanente al nuovo articolo. Così chi arriva da Google o da un link esterno non si trova in un vicolo cieco, ma viene accompagnato alla soluzione più vicina al suo bisogno. Lo stesso vale per un’azienda che rinnova il sito: vecchie pagine “/chi-siamo.html” possono essere indirizzate alla nuova “/azienda/”.
Il ruolo di una web agency
Una realtà come The Rope non si limita a scrivere righe di codice. Analizza la struttura del sito, mappa gli URL vecchi e li collega con precisione chirurgica ai nuovi. In questo modo si evita di disperdere il patrimonio di link costruito nel tempo e si garantisce un’esperienza fluida agli utenti. È un lavoro invisibile ma cruciale: se fatto bene, nessuno se ne accorge; se fatto male, i danni diventano subito evidenti.
Errori da non commettere
Il primo sbaglio è usare un Redirect 302 (temporaneo) al posto di un 301: Google non trasferisce con la stessa forza il valore della pagina e il posizionamento ne risente. Un altro errore comune è creare catene di redirect, cioè far passare l’utente da un URL a un altro e poi a un altro ancora. Oltre a rallentare la navigazione, confonde i motori di ricerca e indebolisce l’autorità che si vuole conservare. Infine, non conviene reindirizzare tutto indistintamente alla home: meglio puntare alla pagina più pertinente.
Un piccolo esempio pratico
Pensa a un blog che aveva l’articolo “/consigli-seo-2019” e ora pubblica una guida aggiornata “/consigli-seo-2024”. Con un Redirect 301, chi clicca su un vecchio link viene portato senza accorgersene al contenuto nuovo e aggiornato. Il traffico resta integro, l’utente trova ciò che cerca e il sito non perde terreno nei risultati di ricerca. Un’operazione semplice, ma che fa la differenza tra un sito che cresce e uno che si spegne lentamente.